Gemellaggio con Associazione IV novembre – Schio

A seguito di contatti presi dal Socio Giorgio, Organizzatore dei Trasferimenti, con alcuni ragazzi in zona Altipiano dei Sette Comuni, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere il Presidente dell’Associazione Ricercatori Storici IV novembre di Schio, sig. Giorgio Dall’Igna

L’incontro è stato estremamente positivo al punto che le due associazioni A.LA.RI.S. e IV novembre hanno dato origine ad un gemellaggio che sicuramente sarà motivo di soddisfazione per entrambi.

Precedentemente abbiamo compiuto con l’aiuto di due gentilissimi e disponibilissimi ragazzi, Massimo e Dino, alcune escursioni in zona Altipiano di Asiago. Ci hanno portato in zone con acquartieramenti, trincee, accampamenti, baraccamenti con notevoli testimonianze risalenti a battaglie della I° Guerra Mondiale, con tracce dei vari contendenti.

Le soddisfazioni riguardo ai ritrovamenti sono state notevolmente appaganti, ma soprattutto si è creato uno spirito di corpo che speriamo possa portare ad ulteriori randez-vous.

Noi siamo stati in zona dal 4 all’8 ottobre 2023 e l’incontro si è concluso l’ultimo giorno con un considerevole e cospicuo pranzo a Santa Caterina di Tretto (Schio) dove è avvenuta la cerimonia del Gemellaggio.

L’Associazione Laziale Ricercatori Storici è stata degnamente rappresentata dal nostro Presidente Antonio. 

Si rinnova il ringraziamento per l’organizzatore di questo incontro, Giorgio, che sicuramente si riproporrà il prossimo anno. 

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A.LA.RI.S. IN ABRUZZO

Qualche tempo fa siamo stati contattati dall’amico Giampiero, appassionato di storia nonché ricercatore, per interessarci alle postazioni tedesche nella zona di Roccaraso.

 Dopo aver consultato alcuni libri sull’argomento e soprattutto parlato con alcuni abitanti della zona ci siamo dedicati alle ricerche sul campo, inizialmente abbiamo trovato tracce di trinceramenti sicuramente tedeschi e alcune indubbie postazioni di MG realizzate con muretti a secco.

 I monti, meta delle nostre ricerche, erano parte della Linea Gustav e dominano la valle del Sangro, sicuramente i tedeschi con buoni appostamenti riuscivano facilmente a tenere sotto controllo eventuali attaccanti. Inoltre sappiamo che lungo il Sangro insistevano truppe inglesi dell’8° Armata Britannica che però non riuscivano a sopraffare le linee germaniche.

In seguito abbiamo cominciato a trovare testimonianze costituite da grosse trincee e acquartieramenti composti da voluminose fosse semicircolari, con un’entrata, che venivano ricoperte di tronchi e zolle,questi manufatti servivano come posti di ricovero per la truppa e magazzini e a volte erano collegati tra loro da trincee a “zig zag”. 

A seguito di alcune ricerche è emerso che la zona è stata oggetto di intensa attività di artiglieria da parte degli Alleati che avevano cercato di ingannare i tedeschi facendo loro credere ad un eventuale sfondamento in quella zona, i tedeschi caddero nel tranello rinforzando le difese e facendo affluire truppe scelte, la riprova di questa tesi è che abbiamo trovato indubbie tracce della presenza di paracadutisti.

In realtà il motivo di queste poche righe è la mera soddisfazione di aver trovato tracce inequivocabili della presenza di alcune specifiche truppe presenti in quella zona.

A seguito del trucco attuato dagli alleati i tedeschi avevano trasferito truppe particolarmente addestrate per evitare lo sfondamento della linea del Sangro e in modo particolare il Fallschirm Maschinengewehr Battaillon 1 asservito alla 1° Fallschirmjager Division, si tratta appunto di truppe paracadutiste di prima scelta.

 Di questa particolare unità militare di provata esperienza combattiva, abbiamo rinvenuto un piastrino identificativo e due scarponi. In modo particolare gli scarponi risalgono al primo tipo utilizzato nelle iniziali operazioni della Seconda Guerra Mondiale. Anche il numero sul piastrino, non molto alto, indica che il soldato ha partecipato a precedenti azioni prima di essere inviato in Abruzzo: Norvegia, Olanda, Creta, Sicilia etc.

Ai primi di dicembre i tedeschi avendo capito l’inganno degli alleati sposteranno questi militari sulla costa adriatica sostituendoli con la 305° Divisione di Fanteria.

Ritrovamenti di particolare interesse sono anche la spilla con la bandiera francese, forse appartenuta ad un coscritto alsaziano o ad un veterano della Francia e la spilla italiana forse oggetto di scambio tra commilitoni dell’Asse.

Purtroppo la gran parte di queste truppe hanno avuto un comportamento crudele nei confronti della popolazione, avendo attuato la strategia della “terra bruciata” minando e distruggendo interi paesi, Rivisondoli, Roccaraso, Castel di Sangro e requisendo agli abitanti tutti i beni comprese coperte e vettovaglie, stufe e soprattutto animali per sfamare i soldati.

Si ricorda in modo particolare la strage di Pietransieri nella quale furono trucidati 128 civili per non aver rispettato  l’ordine di sgombero del paese.

Verso la fine di maggio e i primi di giugno del 1944, dopo lo sfondamento della Linea Gustav, le truppe tedesche, rischiando l’accerchiamento, abbandoneranno l’Abruzzo e risaliranno a nord verso la Linea Gotica.

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Volo BE142

A volte nella ricerca anche un oggetto piccolo e dall’apparenza insignificante può raccontare una storia, è per questo motivo che non si lascia nulla di quello che viene rinvenuto.

 La storia che ci racconta questa targhetta è una storia drammatica che ci fa ritornare indietro al 1958, esattamente al 22 ottobre 1958.

 Il Vickers Viscount G-ANHC decollava da Londra alla direzione di Malta via Napoli, ma a Napoli e Malta non ci arrivò mai, il suo viaggio sarebbe terminato drammaticamente nel cielo di Nettuno.

Era il 22 ottobre del 1958, il Viscount con marche G-ANHC,che la compagnia aerea British European Airway (BEA) aveva nominato “R M A Sir  Leopold McLintock” in onore dell’esploratore Irlandese, che per conto della Corona Inglese aveva scoperto l’arcipelago artico canadese a metà deldiciannovesimo secolo, operava il volo BE142 da Londra con destinazione finale Malta e fermata intermedia a Napoli.

Viscount con marche G-ANHC

 I 5 membri dell’equipaggio ed i 26 passeggeri decollano alle 08:41 da Londra (orario locale), il volo prosegue senza problemi ad una quota di crociera di 23500ft (7100m) ed alla velocità di 272 nodi (490km/h), alle 11:44 (orario di Londra) l’equipaggio contatta la torre di controllo di Roma per riferire la propria posizione su Ostia, alle 11:50 il Viscount fa perdere le sue tracce.

 Un’ora prima circa, alle 10:45, un gruppo di 4 caccia a reazione F-86  Sabre, decolla da Pratica di Mare, per eseguire una esercitazione nell’area dedicata e proibita al traffico aereo civile (nella foto 4 aree 15 e 18).

Caccia a reazione F-86  Sabre

 Il Viscount dovrebbe tenersi all’interno dell’aerovia A1 che da Ostia passa su Ponza, ma a causa di un errore di navigazione, si trova invece all’interno dell’area interdetta, alle 11:50 uno dei quattro F-86(quello del leader) impatta con l’ala destra la fusoliera del Viscount durante una picchiata, quest’ultimo subisce un impatto catastrofico che di fatto spezza in due la fusoliera, per i 31 occupanti dell’aereo non c’è via di scampo. Tutto avviene nel cielo sopra Nettuno.

Spazio aereo

Il pilota del F-86 riesce a salvarsi grazie al seggiolino eiettabile e viene ritrovato con il paracadute appeso ad un albero,  in prossimità della zona del laghetto  Granieri a Nettuno.

La rotta e l’impatto avvenuto sulla verticale del quartiere Ponserico, fa sì che i detriti e gran parte della fusoliera del Viscount ricadano nell’area est del quartiere Cretarossa, le sezioni principali vengono trovate all’interno del Poligono Militare di Nettuno, dove tra l’altro è stato eretto un memoriale nell’aprile del 2006 in ricordo del fatale evento.

L’incidente destò molta commozione nei residenti e nei molti testimoni oculari, che videro il Viscount cadere lentamente a terra.

Le indagini sull’incidente non riuscirono ad individuare una causa certa del fuori rotta del Viscount , venne quindi derubricato come “fatalità” (o come dicono gli anglosassoni“act of God”); tuttavia gli investigatori ipotizzarono tra le varie possibili cause, una anomalia del ricevitore ADF (Automatic Direction Finder), usato nei Visconut della BAE come fonte primaria della radio navigazione (l’aeromobile non era dotato di un impianto VOR).

Questa la storia, ma ora veniamo al presente:              

Come anticipato, recentemente in una delle nostre ricerche sul campo abbiamo rinvenuto nell’area ovest bosco di Foglino una targhetta, che dopo la pulizia ha rivelato varie scritte incise, tra cui

MF.DF. RECEIVER

TYPE AD7092D

INSTALLATIONN° 325590

La targhetta è chiaramente quella di identificazione di un ricevitore ADF, ricerche effettuate sul modello AD7092D hanno evidenziato che si tratta di un ricevitore ADF di uso aereonautico, installato sugli aeromobili Viscount negli anni 50, prodotto dalla Marconi.

La versione base del ricevitore ADF, la AD7092 è stata prodotta nel 1952, per cui la versione “D” poteva essere installata sul Viscount nel 1958.

Il ritrovamento è particolarmente interessante sia per la tragica storia che ci fa riscoprire, ma anche perché essa stessa appartiene al ricevitore ADF che potrebbe essere stato la causa della deviazione della rotta dell’aeromobile e quindi causa dell’incidente, almeno secondo una delle ipotesi del rapporto di incidente rilasciato dall’ICAO nel 1959 (circolare 59 numero54).

L’Autorità Aeronautica Inglese (CAA) contatta per renderle noto il ritrovamento, ha richiesto che gli venga spedita la targhetta anche se si ritiene non possa avere un effetto sulle indagini dell’incidente ormai chiuse da sessanta anni.

La targhetta è stata quindi prontamente inviata alla CAA come richiesto.


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75° Anniversario dello Sbarco di Anzio – L’A.LA.RI.S a Nettuno

Dopo due esperienze ad Anzio, quest’anno, nell’occasione del 75° anniversario dello Sbarco di Anzio, la nostra Associazione è stata presente a Nettuno il 18,19 e 20 gennaio, il Comune, tramite la Pro Loco, ci ha messo a disposizione una casetta in legno (3 mt. X 3 mt.) lungo il litorale di Nettuno,precisamente di fronte all’entrata del Comune.

Anche se lo spazio a nostra disposizione era molto ristretto siamo riusciti ad inserire nel nostro stand alcuni pannelli e un tavolo con posizionati una serie di oggetti mirati ad illustrare la vita dei soldati degli opposti schieramenti, gli oggetti da noi esposti erano esclusivamente frutto delle nostre ricerche in zona.

I pannelli in questione erano divisi per tematiche, si andava dalle posaterie, oggetti per la toilette, contenitori di cibo,contenitori di medicinali, oggetti personali, insomma tutto il necessario perla vita del soldato.

Chiaramente non mancavano elmetti, stemmi e distintivi che rappresentavano i vari paesi in lotta.  

Per noi è stata un’esperienza interessante perché ha dato modo, specialmente ai giovani, di vedere e poter toccare con mano, l’utilizzo di questi oggetti da parte dei belligeranti.

Produttivi sono stati alcuni incontri con parenti e rappresentanti di associazioni provenienti dagli Stati Uniti e Gran Bretagna che ci hanno dato numerose indicazioni e trasmesso interessanti notizie e storie sui loro parenti.

Alcuni nostri Soci hanno avuto l’opportunità di essere presenti martedì 22 alla commovente cerimonia svoltasi nel cimitero americano di Nettuno a ricordo delle vittime li sepolte.  

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Distintivo austriaco per mitragliere

A maggio del 2018 l’Associazione A.LA.RI.S. è stata chiamata per un sopralluogo nella zona del Grappa, chi ci ha convocato è un “Socio Onorario” ben conosciuto soprattutto nelle zone dell’Altipiano per le sue profonde conoscenze sulla I° Guerra Mondiale. Viene spesso interpellato dalle autorità preposte per consulenza o messa in sicurezza di situazioni che possono arrecare pericolo.

Noi non siamo degli esperti su materiale della I° Guerra Mondiale però abbiamo avuto la fortuna di effettuare un ritrovamento abbastanza interessante e in buono stato di conservazione.

Si tratta di due “Maschinengewehr Kraken Abzeichen”, distintivi austriaci per reparti di mitraglieri.

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Come si può vedere su una copertina di un vecchio numero di “Uniformi e Armi” venivano cuciti sulle mostrine del bavero dietro alle stellette che indicavano il grado, erano quindi speculari.

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Ne esistevano due versioni, una con la corona asburgica per l’esercito austriaco e una con la corona di Santo Stefano per l’esercito ungherese.

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Quelli trovati da noi si riferiscono all’esercito austriaco.

Sotto la corona sembra di scorgere un animale mitologico, un’idra, con al centro la testa di un drago.

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Le misure sono circa 3,8 cm x 3,3 cm e il materiale sembrerebbe essere ottone.

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A.LA.RI.S. a Frascati per l’8 settembre 1943

L’8 settembre 1943, durante il giorno dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, Frascati subiva un pesante bombardamento americano mirato a colpire lo Stato Maggiore Tedesco in Italia in preparazione dello sbarco alleato a Salerno.

 

Nell’ambito delle manifestazioni per il 75′ anniversario di questo drammatico evento, si è svolta una mostra di foto e oggetti organizzata dall’Associazione “Civitas Tuscolana” con la collaborazione dell’Associazione A.LA.RI.S. Associazione Laziale Ricercatori Storici.

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La finalità dell’esposizione è stata quella di mostrare alle giovani generazioni quanto accaduto in quei tristi giorni.

 

L’ A.LA.RI.S. ha collaborato alla gestione degli oggetti esposti, in particolare per lo studio su un piastrino di un paracadutista americano rinvenuto, dai ricercatori dell’Associazione stessa a luglio di quest’anno, che ha permesso di identificare un particolare reggimento presente in zona nel periodo tra giugno e agosto 1944 (517th Parachute Regimental Combat Team), confermando come Frascati nello stesso periodo, sia stata uno dei punti più importanti di raccolta delle truppe in preparazione dello sbarco alleato nel sud della Francia (Operation Dragoon), avvenuto il 15 agosto.

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Gli oggetti presentati dall’Alaris hanno riguardato soprattutto materiale appartenuto ai soldati, come posaterie, gavette , borracce, rasoi, creme da barba, contenitori di cibo, boccette di medicinali, fibbie, distintivi, piastrini etc.

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Particolarmente interessanti sono stati i due diorami rappresentanti il cannone tedesco (Leopold o Anzio Express) nascosto in una galleria ferroviaria sotto Villa Senni che sparava su Anzio e la ricostruzione del B 17 abbattuto durante il bombardamento.

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Significativa la cerimonia nella quale il Presidente della Regione Lazio Zingaretti, su richiesta della Comunità di Frascati e dell’Associazione Civitas Tuscolana, concedeva una medaglia commemorativa alla famiglia Barbante per il sacrificio del loro congiunto, Ufficiale dell’ARMIR, fatto prigioniero, deceduto e disperso in Russia.

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Dopo questa esperienza non poche sono state le segnalazioni pervenute dagli anziani della città che ci consentiranno di compiere numerose ricerche per avvalorare le varie indicazioni sul territorio.

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La mostra si è svolta l’8 e il 9 settembre nella Galleria Vittorio Emanuele II e tutti gli oggetti sono ora esposti nel Museo provvisorio in P.zza Mazzini 3 fino al 30 settembre.

 

L’Associazione A.LA.RI.S ringrazia l’Associazione “Civitas Tuscolana” per la possibilità offerta di esporre gli oggetti rinvenuti dalla nostra Associazione e per la bellissima esperienza vissuta tra appassionati ricercatori storici.

 

 

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The Stars and Stripes

Il 22 Maggio 1944 arrivava nella testa di ponte di Anzio-Nettuno la 36° Divisione di Fanteria americana per rinforzare il VI Corpo d’Armata, portando il totale delle divisioni disponibili a sette,  in preparazione dell’Operazione Buffalo, che sarebbe stata lanciata solo il giorno dopo contro la 14ma Armata tedesca.

L’Operazione Buffalo, l’ultimo grande attacco da parte degli alleati dalla testa di ponte di Anzio-Nettuno contro la 14° Armata tedesca per la conquista finale di Cisterna e dei Colli Albani, spingendosi fino a Valmontone.
Il VI Corpo d’Armata americano oltrepassando Cisterna puntava in direzione di Valmontone per bloccare la ritirata delle truppe tedesche sulla Casilina.

 

Il 18 Maggio si era conclusa la battaglia di Monte Cassino (Operazione Diadem) con la conquista dell’Abbazia da parte degli alleati.

Sul secondo fronte tanto atteso, che da li a pochi giorni si sarebbe aperto in Normandia, continuava la pesante campagna aerea alleata in preparazione dello sbarco del 6 Giugno 1944 (Operazione Overlord),  come il bombardamento sul porto di Dieppe il 21 maggio 1944.

E’ in questo contesto storico che si inquadra la recente scoperta fatta nelle vicinanze di Nettuno, a dir poco eccezionale,  da parte dell’Associazione Alaris , di una copia del giornale statunitense “The Stars and Stripes” edizione “Mediterranean” datata 22 Maggio1944.20171029_131552

La scoperta è eccezionale sia per i contenuti del giornale stesso che per le modalità in cui è stato rinvenuto. La copia si trovava senza alcuna protezione a circa 20cm sotto il livello del terreno. Proprio a causa della mancanza di protezione le sue condizioni, seppur eccezionali date le circostanze, non hanno permesso il recupero completo del giornale.

 

Se ne riportano qui sotto le foto dei frammenti che è stato possibile recuperare, tra questi:

  • La testata del giornale con la data, appunto il  22 Maggio del 1944, l’edizione “Italy edition” ed il costo pari a 2 Lire.

 

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  • Una cartina raffigurante la testa di ponte di Anzio-Nettuno, stagnante ormai da mesi sulla linea di Cisterna, e la linea del fronte SUD, ormai arrivato a Fondi, dopo la caduta di Monte Cassino avvenuta solo la settimana prima. Sopra la cartina è possibile notare la frase “The Big Push Continue” , cioè “la grande spinta continua”, che lascia appunto intendere che da li a poco si sarebbe sviluppato l’ultimo attacco di sfondamento del fronte Anzio-Nettuno da parte degli alleati, iniziato poi il 23 maggio.  

 

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  • Un articolo dove si parla dei pesanti bombardamenti avvenuti su Dieppe e su altri obbiettivi della Francia settentrionale, il 21 Maggio del 1944 , che hanno coinvolto bombardieri come i Maurader e gli Havocs. Inoltre viene riportato come nello stesso giorno bombardieri pesanti alleati e la loro scorta caccia, abbiamo abbattuto 125 caccia nemici nelle loro sortite su Berlino e Brunswick (con più di 4000 missioni in un giorno)

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  • La foto in prima pagina di Monte Cassino, con il titolo “CASSINO RECONSTRUCTION” (ricostruzione di Cassino), ad una settimana dalla caduta di Monte Cassino già si pensava alla sua ricostruzione.
  • Nel giornale non mancano ritagli di fumetti tra cui il già famoso Braccio di Ferro ed  LI’L ABNER (personaggio creato da Al Capp nel 1934).

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  • I risultati delle partite di Baseball del venerdì.
  • Il programma radio di intrattenimento dei soldati al fronte, trasmesso da “Foggia Radio” (Foggia già liberata dagli alleati).

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  • Molteplici annunci pubblicitari che vanno dalle scarpe da donna, le “Pumps” a 2.69 dollari, a prodotti alimentari come le arance, utili per i soldati ancora di stanza negli Stati Uniti.

La testata giornalistica “The Stars and Stripes” , edita dal Ministero della Difesa americano, è tuttora pubblicata è stat fondata nel 1861 durante la guerra civile americana a beneficio delle truppe americane, (www.stripes.com).Durante la seconda guerra mondiale veniva pubblicata in varie edizioni a seconda del teatro di guerra.

Non ci è difficile immaginare un GI della 36° Divisione di Fanteria americana che appena arrivato a Nettuno in un momento di relax prima dell’Operazione Buffalo , legge questa copia del giornale insieme ai suoi compagni, forse commentando i risultati delle partite di baseball.

 

Goffredo

 

 

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TARGA TEDESCA

 

Questo ritrovamento effettuato da un nostro Socio  avvenuto a sud di Roma è raro quanto curioso.

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Infatti questa targa, certamente di motocicletta, ha due particolarità: la prima è che sul davanti, sopra, ha una specie di prolungamento a forma di triangolo del quale non siamo certi del suo utilizzo, decisamente doveva avere un suo scopo, per il solo fatto che, in alto, è corredato di due fori che dovevano avere un impiego ben preciso.

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L’altra è che è stata riutilizzata, infatti in fase di pulitura con acido ossalico è comparso il numero originale. Il primo è il 403965 il secondo, più vecchio, è 140135.

 

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Tornando alla protuberanza triangolare sopra la targa, l’unica spiegazione plausibile, viene da una foto trovata sul web, sembra sostenere un gagliardetto identificativo.

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La numerazione è preceduta dalle lettere WL che indica l’appartenenza alla Luftwaffe, mentre WH era la sigla della Heer.

La targa veniva fissata sul parafango anteriore di una motocicletta o sidecar o anche di un Kettenkrad.

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Le foto sono prese dal web è illustrano moto di vario tipo soprattutto Zundapp e BMW.

Le Zundapp KS 750, unitamente alle BMW R 75 furono le moto più usate dall’esercito tedesco su tutti i fronti, dal deserto del nord Africa alle nevi della Russia. Dal 1942 si provvide a standardizzare i vari componenti delle due marche in modo da renderli intercambiabili, si arrivò a creare un ibrido con la denominazione di BW 43 e a rendere intercambiabili il 70% delle parti meccaniche e della carrozzeria.

Stefano

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Distintivi tedeschi per meriti sportivi

Questi due distintivi tedeschi per meriti sportivi venivano assegnati a tutti coloro che superavano determinate prove fisiche al fine di promuovere nell’ambito della popolazione tedesca una buona preparazione fisica.

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Quello di sinistra è un recente ritrovamento di un nostro Socio, mentre quello di destra è il risultato di uno scambio in un mercatino di militaria.

In apparenza sono uguali ma in effetti, nella scrittura gotica, si evidenzia una differenza nell’ultima lettera: DRA e DRL e in più nel secondo appare in basso la svastica.

 

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DRA è l’abbreviazione di Deutscher Reichs Ausschuss, viene introdotto nel 1913 dopo le Olimpiadi, inizialmente in oro e bronzo, in seguito fu prodotto in argento e assegnato anche alle donne.

DRL è l’abbreviazione di Deutscher Reichsbund fur Leibesubungen e viene ufficializzato nel 1937 con l’apposizione della svastica in basso.

Venivano assegnati dopo il superamento di determinate prove sportive che dovevano dimostrare una buona forza e resistenza fisica e mantenerle nel tempo. Facile intuire l’importanza che aveva la preparazione fisica per i tedeschi, Hitler stesso riteneva che tutti i tedeschi le dovessero possedere.

Le prove erano cinque: nuoto, salto in lungo, lancio del peso e corsa sui 400 mt. e 10.000 mt. e dovevano essere superate in un periodo di dodici mesi.

In seguito ne venne creato uno in argento con cornice d’oro per coloro che, feriti e quindi disabili, riuscivano a dimostrare un buon livello di preparazione fisica.

I nostri due distintivi riportano sul retro il numero di serie e il nome del fabbricante.

Nel DRA si legge L.Chr. Lauer Nurnberg, fabbricante di Berlino e il codice M. Sch n° 33918

Il DRL riporta il nominativo Hensler Pforzheim e il codice D.R.G.M. 35269.

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Il distintivo veniva indossato sul taschino sinistro dell’uniforme, ne esistevano poi alcuni più piccoli che venivano inseriti nel risvolto di sinistra della giacca e altri in stoffa che venivano applicati sulle magliette.

Stefano

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Storia di un Ufficiale Italiano nella Seconda Guerra Mondiale


Questa che segue è la storia di un soldato italiano, divenuto ufficiale alcuni anni prima della Seconda Guerra Mondiale, il resoconto è stato fedelmente ricostruito sulla base di documentazione ufficiale e a seguito di corrispondenza dello stesso soldato. Carteggio rinvenuto dopo la sua morte.

Parliamo del soldato Hajnal Zoltan nato a Fiume il 29 agosto 1904. Dal suo Stato di Servizio della Repubblica Italiana, Distretto Militare di Venezia, del 22 gennaio 1949, abbiamo evidenziato i passi salienti:

3 gennaio 1925 arruolato come soldato di leva.

5 settembre 1925 inviato come A.U.C., Allievo Ufficiale di Complemento, alla scuola di Artiglieria Contraerea di Bra.

15 dicembre 1925 diviene Caporale.

15 marzo 1926 diviene Sergente.

26 giugno 1926 promosso Sottotenente di complemento al 1° Gruppo Contraerea.

30 settembre 1926 congedato e inviato al Distretto Militare di Trieste.

7 giugno 1934 richiamato alle armi per istruzione.

25 marzo 1935 promosso Tenente.

Dal 5 al 19 settembre 1939 richiamato alle armi per istruzione.

26 febbraio 1941 richiamato in servizio per esigenze eccezionali e assegnato al LXI Gruppo Artiglieria Contraerea.

8 aprile 1941 imbarcato a Bari per l’Albania.

Dall’8 al 23 aprile 1941 ha partecipato ad operazioni di guerra alla frontiera Greco-Albanese col LXI gruppo da 76/40.

7 dicembre 1941 diviene Capitano con uno stipendio di 14.700 lire.

5 gennaio 1942 trasferito al Quartiere Generale Comando Superiore FF.AA. Grecia.

Dal 18 novembre 1942 all’8 settembre 1943 ha partecipato ad operazioni di guerra nello Scacchiere Mediterraneo al Quartiere Generale dell’11° Armata

 

 


 

Questa medaglia non è ufficiale, venne fatta coniare dalle famiglie dei combattenti a ricordo dell’occupazione della Grecia.

 

 

16 settembre 1943 prigioniero di guerra dei tedeschi ad Atene. Tradotto in Germania.

Nel 1944 rientra in Italia e alla fine della guerra, il 12 maggio 1948, in sede di Giudizio Discriminatorio, gli vengono inflitti 10 gg. di A.S. (Arresto Semplice) con la motivazione di aver aderito alla R.S.I. Repubblica Sociale Italiana, la pena viene comunque condonata per Decreto Presidenziale n° 10 del 24 giugno 1946.

In ogni caso il nostro soldato riuscirà a dimostrare di essere stato costretto ad aderire per validi motivi di salute e quindi poter tornare in Italia per curarsi.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

Riportiamo sinteticamente quanto scritto in una lettera inviata dal Capitano Zoltan al Comando Presidio Militare di Venezia il 14 luglio 1946, corredata da documentazione allegata, proprio per giustificare la sua parziale e momentanea adesione alla R.S.I. per “gravi motivi di salute”:

L’8 settembre 1943 a seguito del Radioproclama del Generale Badoglio, da parte tedesca viene notificato che tutti gli ufficiali italiani sarebbero stati concentrati in Italia, a comprova di ciò gli veniva lasciato l’armamento personale. Il 16 settembre la tradotta con circa 1000 ufficiali arrivava al confine con l’Ungheria e qui veniva comunicato che il paese non permetteva il transito di tradotte armate, con l’inganno gli italiani venivano disarmati e la tradotta proseguiva per Linz dove avrebbe dovuto deviare per il Brennero.

Interessante è il fatto che il Capitano Zoltan conosceva perfettamente l’ungherese e parlando con alcuni ferrovieri alla stazione di confine, aveva capito che sicuramente i tedeschi li avrebbero disarmati, ma per evitare un bagno di sangue, d’accordo con gli altri ufficiali, si vide costretto ad accettare la situazione.

A Linz si materializzava l’illusione e la tradotta dirigeva verso nord, attraverso tutta la Germania, fino a Stablack (Koeningsberg).

Piastrino originale del Capitano Zoltan

Lo Stalag 1 A corrisponde al campo d’internamento di Stablack, Prussia Orientale, e prese il nome dalla stazione di Stablack. Durante la guerra, dal 1939, nel campo furono rinchiusi circa 47.000 polacchi, 35.000 francesi, 23.000 belgi, dopo il 1941 30.000 russi, poi italiani e inglesi. Nel 45 con l’arrivo dei russi i prigionieri rimasti furono spostati verso occidente, ma purtroppo una parte rimase in custodia dei russi per altri sei mesi.

Da questo momento in poi è un susseguirsi di spostamenti in vari campi di concentramento, Beniaminov (Varsavia), Bikulice (Przemysl), Norimberg.

 

 

 

 

 

 

 

Nel frattempo la salute del nostro ufficiale subiva un forte deterioramento, in modo particolare gli veniva diagnosticato uno stato di avanzato congelamento alle mani.

A questo punto il Capitano si vedeva costretto ad una parziale adesione alla R.S.I., in modo particolare si impegnava a non combattere i tedeschi, pur di riuscire a rientrare in Italia per curarsi.

In Italia veniva sottoposto a svariate visite a Bologna, Ospedale Militare di Abbazia, ed infine all’Ospedale Militare di Trieste la commissione medica lo dichiarava abile per 6/10.

Dopo ulteriori peripezie venne messo in congedo dal Distretto Militare di Fiume.

 

 

 


 

 

Nella sua lettera al Presidio Militare di Venezia del 14 luglio 1946, scrive testualmente: …tengo a precisare che la mia adesione (alla R.S.I.) era soltanto formale senza alcuna intenzione di collaborazione in nessuna forma… e precisa che è riuscito a:

– non prestare un solo giorno di servizio militare dopo l’8 settembre 1943

– non frequentare nessun corso di addestramento in Germania, rimanendo sempre in qualità di internato militare

– non prestare mai giuramento

– esimersi da qualsiasi atto di collaborazione anche da civile (organizzazione Todt) che avrebbe potuto essere del benché minimo valore.

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non entriamo nel merito di questa condensata storia riportata utilizzando documenti d’epoca, non vogliamo giudicarla ma solo raccontarla, certi che disgraziatamente, con sfumature diverse, sia stata simile per molti soldati italiani. Purtroppo è storia che dopo l’8 settembre 1943 molti soldati si sono trovati sbandati e senza ordini e malauguratamente molti di costoro furono internati in Germania come forza lavoro e molti altri, come la Divisione Aqui, sono stati sterminati pur non avendo nessuna responsabilità diretta.

 

Stefano

 

p.s. il materiale qui pubblicato è stato restituito al legittimo proprietario al fine di conservarlo per futura memoria.

 

 

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